ESERCITAZIONI (cliccare sull'immagine
per ingrandire o
ascoltare gli audio)
TRASFORMAZIONI E 'SECONDA NASCITA'
“Domani finirai di essere un burattino di legno e diventerai un ragazzo perbene” così gli aveva annunciato la Fata.
È forse il già sapere in anticipo che sta per diventare un bambino che porta Pinocchio a fare il più tremendo ‘capitombolo’ esistenziale? Chi più è arrivato in alto più corre il pericolo di cadere molto in basso…
Eppure saremmo portati a giustificare quel suo affannarsi a voler invitare proprio Lucignolo: appare come un gesto di amicizia ed affetto, che in fondo gli fa onore, però qualcosa in Lucignolo forse richiamava nel burattino forze nascoste, trasgressive, tenute a bada dalla buona condotta degli ultimi tempi ma ancora vive, probabilmente mai guardate in modo diretto?
Lucignolo personifica l’ombra di Pinocchio?
Pian piano, insistendo, il monello dal nome così simile a qualcuno di cui non fidarsi pur se addolcito dal diminutivo, riesce a convincere l’amico dipingendogli una situazione bellissima per dei ragazzi: solo divertimento, nessun dovere!
Pinocchio appare molto titubante.
La cosa strana però è che la sua più grande preoccupazione sia solo quella di trasgredire il volere della Fata: durante il colloquio con Lucignolo non mette mai a confronto le due opportunità: diventare BAMBINO VERO o andare nel PAESE DEI BALOCCHI?
Quanto tiene alla sua trasformazione? La vuole davvero o pensa che tanto ci sia tempo? È ad un punto che non deve fare grossi sforzi: il premio di ESSERE VERO è dietro l’angolo! Sarà DOMANI, così ha detto la Fata. Perché ci rinuncia per godersi l’OGGI? Non è ancora capace di fare progetti, e non sa che andrà in un MONDO ILLUSORIO.
È anche interessante che, dopo aver ceduto alla tentazione non cerchi di tornare indietro.
Resta alcuni mesi nel PAESE DELLA DIMENTICANZA…
Davvero non ricorda più la Fata, Geppetto?
Il passaggio dal mondo reale a quello falso, edulcorato, tutto apparenza, avviene silenziosamente, le ruote del carretto sono fasciate per non far rumore ed è notte. Tutti dormono ma il male resta sveglio:
“Tutti la notte dormono e io non dormo mai” recita l’omino fascinoso, che sembra fatto di burro, che riesce a sedurre le anime ingenue di ragazzi in fase di crescita (tra gli 8 e i 12 anni precisa Collodi). A quell’età non si è più vittime dei capricci infantili, sono altre le cose che seducono… Ad ogni età ce ne sono!
Ci sono dei segnali evidenti dell’inganno in cui Pinocchio sta per cadere: l’asino che parlava, il suo pianto… non si commuove, si accontenta delle improbabili spiegazioni che gli dà l’omino, non si insospettisce delle strane calzature degli asinelli.
Non vuole vedere! Non vuole ostacoli alla realizzazione dell’IMPULSO DEL MOMENTO.
Appena giunto al paese dei balocchi vede solo il divertimento, non legge neanche i cartelli scritti con errori ortografici, eppure era bravo a scuola!
È entrato nella dimensione dell’ingannevole, del finto, dell’apparentemente facile, della DIMENTICANZA totale.
È in una realtà così lontana dal vero vivere che non può che portare a scivolare sempre più nella degradazione.
È in quella realtà che oggi chiameremo MATRIX, il ‘luogo’ del vivere nel sonno in cui anche chi stava cercando il risveglio può tornare ad immergersi, invertendo il cammino evolutivo, cedendo alla tentazione dell'INCONSAPEVOLEZZA.
D’altronde in quel paese tutto è DEFORMATO, non solo le parole…
E invece di diventare ‘Umano’ Pinocchio diventa animale!
Il periodo di cuccagna è sufficientemente lungo perché non si renda conto troppo presto dell’errore commesso ma prima o poi accade che la ‘Matrix’ trasformi in dolore il piacere ottenuto: si sveglia con orecchie d’asino 👯♂️, prima le sente, poi le vede, riflesse in un catino d’acqua…vergogna, disperazione, pianti, grida… Sta diventando un ASINO!
Sopraggiunge un nuovo animale amico, piuttosto simbolico: la MARMOTTINA che, guarda caso, abitava al PIANO DI SOPRA. Scende da lui, gli spiega il significato di questa trasformazione e lo invita alla riflessione. Pinocchio, così come una marmotta che dopo un lungo inverno si sveglia dal letargo, finalmente si rende conto…
Ha capito l’errore ma non è per questo che possa tornare indietro: ormai si è messa in moto la legge del karma e gli eventi inconsciamente programmati si mettono in atto.
E poi davvero qualcosa deve ancora imparare: deve assumersi le proprie responsabilità, non deve dare la colpa agli altri.
Pinocchio conoscerà le sensazioni, le emozioni, i pensieri di un animale non solo non in libertà ma schiavizzato dagli uomini; dovrà restare in silenzio, lui che con uno scilinguagnolo fuori del comune riempiva di chiacchiere chiunque, e condurrà la vita di un ciuchino, sentendo la vergogna di avere una coda, emblema di arretratezza, lui che voleva diventare bambino vero!
Per uno strano disegno del destino compirà prodezze in un circo, realizzando, in maniera deformata, il sogno di Geppetto che lo immaginava “ballare…fare salti mortali…”
Farà tutto questo ma non senza simboliche problematiche relative al ‘cammino’… ed ecco di nuovo un impedimento agli organi di locomozione (ricordiamo le gambe bruciate, i piedi nella tagliola, il calcio al portone che lo bloccò) darà una svolta agli avvenimenti ricordandoci che a volte un grande male può nascondere un cambiamento risolutivo.
Certamente il suo errore nel saltare il cerchio sarà stato causato dalla visione di quella bella signora che portava il suo ritratto in un medaglione appeso alla collana.
La Fata appare per un attimo, importantissimo ma breve, giusto in tempo perché lui non dimentichi che LEI C’È!
Un asino zoppo non serve a nulla ma la sua pelle può diventare un ottimo tamburo, solo che l’essere che sta indossando quell’ ‘abito’ deve essere ucciso.
Quanti abiti ha indossato Pinocchio! dalla nudità del legno alla carta fiorata, dal vestitino buono alla infarinatura e al sacco di tela, tutte vesti emblematiche di un percorso…ora la sua struttura di base tornerà ad emergere grazie ai numerosi pesciolini che divoreranno la sua apparenza animale.
È stato visto come asino, subendo tutte le conseguenze del fatto… lui stesso si è creduto tale?
Ora si ricorderà di chi è veramente. Intanto è capace di capire che è stata la Fata a mandargli ‘un infinito branco di pesci’.
Interessante questo suo ESSER MANGIATO dagli abitanti dell’elemento ACQUA:
prima come fosse un pesce, poi dai pesciolini, poi dal Pesce-cane.
Una serie di lavacri trasformativi, prove iniziatiche che partendo dalla paura portano invece alla LIBERAZIONE.
Il Pinocchio di legno è liberato dalla pesante struttura animale che lo ha imprigionato per due anni, ora è libero, potrebbe correre invece preferisce tuffarsi e nuotare. Si è liberato anche della corda che gli legava la gamba e va verso…
Non lo sappiamo cosa avesse in mente, forse aveva la pretesa di cercare il padre nell’oceano? Collodi ci dice che nuotava ‘alla ventura’…o magari un sesto senso lo spingeva verso l’esperienza di una SECONDA NASCITA?
Poi la visione: uno scoglio di marmo bianco e una capretta dal vello ‘turchino sfolgorante’!
Perché proprio una capra in mezzo al mare?
È lì per ricordargli la sua presenza costante o vorrebbe salvarlo dal ‘mare magnum’ in cui annaspa offrendo quello che lei rappresenta: un’altitudine, un picco bianco, una cima montana, un’altezza dove solo una capra può salire? Perché vuole salvarlo? Vorrebbe farlo uscire dall’acqua? È teneramente presa da uno slancio protettivo, materno, di chi vuole salvare il figlio dal mare pericoloso ma, a ben guardare, sembrerebbe non comprensivo di quell’ INTELLIGENZA COSMICA che lo vuole lasciare nell’acqua finché non porti avanti l’esperienza di un rinnovamento totale…
E il Pesce-cane lo ingoia!
Pinocchio, la PERSONALITÀ, e Geppetto, il NOSTRO IO, devono riunirsi.
Per due anni, mentre l’IO era nel Pesce-cane, vivo grazie alle provviste provvidenziali, ma inattivo, come in attesa, il burattino ‘personalità’ ha vissuto un’esperienza ‘bestiale’, correttiva, che gli ha fatto sviluppare gli elementi buoni che già erano presenti in lui, solo che erano stati troppo a lungo sopraffatti da quelli egoici; ora sarà lui a dare una spinta per il cambiamento.
Geppetto è lì, nel mostro marino, fermo in una lunga attesa, invecchiato, indebolito, rassegnato.
L’atmosfera all’interno del mostro marino però a noi appare per nulla terrificante, anzi offre una sorta di aura pacifica, di situazione casalinga: un tavolo apparecchiato, una candela accesa, del cibo; un grembo materno, oscuro ma quasi accogliente; Geppetto afferma che tutte le risorse sono finite ma era giusto così: ci sono state finché era necessario, così come nel ventre materno giunge l’ora di nascere ora per loro è il momento di uscire; un atto di coraggio e tutto cambierà.
Ecco che i piccoli io del burattino, domati e riorganizzati dalla nuova consapevolezza acquisita, intervengono per modificare la situazione, utilizzando coraggio e volontà.
Lo prende sulle spalle (novello Enea!) e gli offre sostegno con quella forza giovanile, generata dall’amore filiale, che gli farà fare il grande passo: NASCERE!
Escono di notte dalle fauci del mostro marino, un’altra delle importanti notti di Pinocchio. Approfittano del sonno del Pesce-cane e vanno… non sanno dove e dopo un po’ le forze del burattino vengono meno, ma non quelle della natura che non sono loro ostili…anzi! e un TONNO si offre di condurli alla terraferma. Sarà premiato da uno slancio affettuosissimo e grato di Pinocchio che addirittura lo bacerà.
Dove andranno? In cerca di ospitalità, magari una capanna…
Sarà Pinocchio a fare
da padre a suo padre.
Appena iniziato il cammino ecco che, uno ad uno si ripresentano i personaggi del passato e gli eventi da loro rappresentati: in primis il gatto e la volpe, consunti e menomati. “ Addio mascherine!” ripete per tre volte Pinocchio, forse una per ogni inganno in cui è caduto fidandosi di loro.
Sa che energie del genere è meglio evitarle, soprattutto se si è scoperto l’inganno nascosto sotto le maschere che, ammettiamolo, gli appartenevano…altrimenti non avrebbe ceduto.
“Girate la chiave è la porta si aprirà “…invito interessante: una chiave sempre c’è, ma devo girarla.
Come già abbiamo visto in questa storia nelle CASE (o meglio nella CASA , intesa come abitacolo dell’essere) di Pinocchio la COSCIENZA è sempre presente: e infatti il GRILLO è lì, nella casa donatagli da…una capretta dal vello turchino.
L’Anima (la Fata) c’è sempre ma i suoi moti hanno bisogno di tempo e rassicurazioni. Ella è immensa e lungimirante. Stavolta non promette niente, anzi si nega per far sì che Pinocchio da solo arrivi alla trasformazione che sarà sì visibile, ma non prima che operino in lui dei cambiamenti definitivi.
Pinocchio si mette al lavoro, seppure intenso e stancante non per sé, non per diventare un ‘bambino vero’, anzi questo quasi lo dimentica… ma per il padre, per amore di lui e, venuto sapere che la Fata sta male, per amore di lei.
Gira il bindolo per un bicchiere di latte che ridia forza a Geppetto, fatica come fosse ancora un somarello, lo fa al posto di Lucignolo… Riesce a vederlo un’ultima volta e…incredibile! Ha imparato il linguaggio del dolore ‘bestiale’, lui che, preso dall’ego, aveva ignorato i dolori e le parole di disperazione degli asini che trainavano il carro al Paese dei balocchi.
Lavora sodo e quei pochi soldi che dovrebbero servirgli per rivestirsi, con tutto il cuore li manda alla Fata tramite la LUMACA; incontrarla dà una svolta ‘veloce’ alla situazione: stavolta l’emblema della lentezza la vediamo correre…
Il momento è arrivato?
Pinocchio intreccia alacremente canestri e panieri (forse simboli della sua realizzata capacità di contenere, accogliere?) fino a notte fonda per trovare altro denaro: Geppetto e la Fata sono la sua priorità!
Il CAMBIAMENTO avviene in SOGNO, di NOTTE: l’ultima da burattino.
Il RISVEGLIO è totale.
Anche intorno a lui tutto è risvegliato, cambiato: pensieri, visioni, sensazioni tutto ha cambiato livello…
ESERCITAZIONI PER IL LABORATORIO su: "Trasformazioni e seconda nascita"
SCRITTURA - Riflessioni sulla tossicità della VERGOGNA - Racconto un sogno che ho avuto e in che modo si è poi rivelato profetico - Ti sei mai perso nel PAESE dei Balocchi?
ARTE GRAFICO PITTORICA: - Una luce nell'oscurità - Come in un gioco dell'Oca rappresento gli episodi di Pinocchio